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Il Covid “muore” in piscina: ecco perché
Nella giornata del 19.04.2021 sul sito www.ilgiornale.it è stato pubblicato un articolo riguardante gli impianti sportivi natatori e l’acqua clorata presente nelle piscine dal titolo: “Il Covid “muore” in piscina: ecco perché.”
Evidenziamo di seguito alcuni passaggi interessanti proposti all’interno dell’articolo ad opera del Prof. Roberto Cauda:
“La clorazione delle acque è eseguita di default in tutte le piscine tant’é che ogni tanto ci bruciano gli occhi. “Questo è un effetto secondario che sopportiamo ben volentieri perché con il cloro si distruggono i germi in un’acqua che viene periodicamente modificata.”
Egli aggiunge inoltre:
“Se per l’acqua salata e le dimensioni del mare era estremamente improbabile se non impossibile che potesse esserci un contagio, per le piscine c’era sempre un punto interrogativo ma mi sono sempre dichiarato in linea con quelli che sono i risultati inglesi basandomi sul fatto che le norme igieniche delle piscine, consolidate in tanti anni, potessero essere già sufficienti come lo studio dimostra in modo inequivocabile.”
Altri passaggi interessanti proposti all’interno dell’articolo sono invece ad opera dell Prof. Giovanni Leoni, vicepresidente della Federazione Nazionale Ordine Medici Chirurghi ed Odontoiatri:
“Il cloro a contatto con l’acqua sviluppa l’acido ipocloroso che attacca i microrganismi e li distrugge. Una parte rimane, poi, nella vasca come cloro libero che agisce contro altri inquinanti che vi si possono introdurre. Il valore di cloro libero nelle piscine si misura in ppm (parti per milione) e deve essere compreso tra 0,7 ppm e 1,5 ppm.”
Raccomandiamo caldamente la lettura integrale dell’articolo al link che vi riportiamo qui sotto.
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Confidiamo che grazie a questi studi si possa arrivare presto ad una riapertura degli impianti natatori, in modo da poter riprendere la nostra regolare attività.
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